Diario di viaggio
Cosa dove quando e perché
Impressioni, immagini e video del nostro viaggio in Sudamerica
Posted by Patrizia - 05/05/2013
Eccoci tornati in Svizzera dopo 170 bellissimi giorni passati a zonzo per il Sud America. Ci ha fatto strano tornare a casa, sembrava ieri l’inizio di questa indimenticabile avventura! Gli ultimi tre mesi poi sono stati pieni di emozioni, a causa di quella cosina che vi abbiamo nascosto: abbiamo viaggiato in tre (o due e un po’, come dice Stefano)! ;-)
Dalla Colombia in poi abbiamo dunque dovuto adattarci a delle nuove condizioni:
- pasti regolari e sempre qualcosa da mangiare su di sé per non avere lo stomaco troppo vuoto ed evitare le nausee.
- non troppo peso sulle mie spalle. Povero Ste, come se non fosse già abbastanza carico così!
- viste le altitudini elevate, soprattutto in alcune zone del Perù, abbiamo organizzato il percorso in modo da avere più tempo per adattarci alla mancanza di ossigeno dell’Altipiano.
- basta attività fisiche intense per la sottoscritta.
- niente voli estremi in parapendio. So che non é stato facile per Stefano, dunque lo ringrazio per la comprensione. :-P
Ed ora che siamo tornati e che quest’avventura si é conclusa ci stiamo preparando ad iniziarne un’altra, diversa, ma sicuramente magnifica! =)
Posted by Stefano - 01/05/2013
“Mancano meno di 24h alla partenza...”
Era il lontano 13 novembre 2012 ed esattamente così esordivo per annunciare la nostra prossima partenza per il continente sudamericano. Di giorni da allora ne sono passati parecchi, e ora mi ritrovo nuovamente ad annunciare che mancano meno di 24 ore alla partenza...questa volta del nostro viaggio per tornare nella nostra vecchia cara Europa.
Rispetto ad allora di stress ce n’é davvero poco. Siamo talmente abituati a preparar gli zaini per muoverci da un posto all’altro che la partenza di domani viene quasi percepita come parte di quella “pseudo-routine” che si é creata in questi mesi. La sola differenza saranno le due valigie extra che abbiamo accumulato (e astutamente gestito) durante il nostro viaggio, stra-colme di souvenirs.
Un’ultima notte in un letto sudamericano e poi un “lungo” viaggio in aereo (lungo tra virgolette perché con tutti i lunghi viaggi che abbiamo fatto in bus in questi mesi sopravvivere a questo comodo viaggio in aereo sarà una bazzecola). E per concludere nello stesso stile di quel lontano 13 novembre 2012: “Europa, stiamo tornandooo!” =)
Posted by Stefano - 01/05/2013
Ritorniamo a Lima dopo il nostro giretto per l’altipiano peruviano durante il quale siamo riusciti a visitare tutti i posti che ci eravamo prefissati inizialmente. Un comodo volo ci porta in poco più di un’oretta nuovamente nella capitale peruviana. Scegliere fra questo volo e le almeno 20 ore di bus (la maggior parte delle quali tutte a curve) é stato proprio facile! ;)
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A parte il classico giro per il centro storico, con la Plaza Mayor, la sede del governo e le chiese più importanti della città, la cosa più interessante di Lima é sicuramente Miraflores con il suo bel sito di volo sul mare. E non lo dico solo io ma persino alcune guide di viaggio! E difatti non vi dico che coda si forma ogni giorno per poter volare dieci miseri minuti con dei biposto commerciali! Vabbé, fatto sta che non appena ne abbiamo avuto la possibilità ci siamo lanciati in volo pure noi. Ne abbiamo approfittato per una buona mezz’oretta fino a quando il vento é calato, costringendoci ad atterrare sulla spiaggia sottostante. Bello bello!
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Grazie a Stephan (un pilota di parapendio svizzero oramai trapiantato in Perù da più di un decennio) abbiamo anche potuto scoprire un sito di volo appena fuori Lima, Pachacamac. Fa strano vedere come non appena si lasciano i confini della città ci si ritrovi nel deserto! Condizioni un po’ strane ma comunque un simpatico voletto e una bella giornata in compagnia.
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Posted by Patrizia - 25/04/2013
Sicuramente un altro wow da aggiungere alla lista!
Abbiamo cominciato con una brutta sorpresa: a causa della stagione delle piogge il treno che doveva portarci da Cusco ad Aguas Calientes, il villaggio alla base del Machu Picchu, funziona solo per l'ultimo tratto, quindi la maggior parte del tragitto la facciamo in bus. Il panorama é comunque carino, ogni tanto si scorge qualche rovina inca e si può ammirare la bella vegetazione delle "foresta nebulosa" molto verde rispetto a Cusco. Il villaggio di Aguas Calientes é puramente turistico (a parte il classico mercato centrale): pullula di hotel, ristoranti e negozietti dai prezzi esagerati...gli stessi prodotti a Cusco costano la metà! ;-)
Per visitare il Machu Picchu decidiamo d'alzarci alle 4h del mattino per poter prendere il primo bus che sale alle rovine alle 5h30, in modo da essere tra i primi ad entrare e poter approfittare delle rovine senza che l'infinità di turisti che arriveranno dopo ci rovinino le foto. ;-)
Una volta all'entrata l'ingresso é veloce e il panorama che si apre ai nostri occhi arrivati alla "capanna del custode della roccia funeraria" é fantastico: una vera e propria città molto ben conservata in cima ad una montagna con terrazzini per la coltivazione che scendono a picco sui diversi versanti della montagna. Ci si domanda il motivo per cui gli Inca avessero deciso di costruire una città in questo luogo. Passiamo un bel momento ad approfittare della vista senza turisti prima di dirigerci verso il punto d'accesso al Huayna Picchu, la montagna che si trova sullo sfondo di tutte le foto del Machu Picchu, dove si trovano altre rovine e da cui si gode di una bella vista delle vallate circostanti.
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Abbiamo cominciato l'ascesa insieme ma una volta che ho visto la quantità di scalini e il dislivello ho desistito ed ho optato per la scalata della montagna più piccola da cui comunque si godeva di un ottimo panorama. Così Stefano è potuto salire e scendere al suo passo: in appena 1h10, tutto sudato, è salito al Huayna Picchu, sceso nuovamente alla base, e risalito dove io lo aspettavo ammirando in tranquillità il Machu Picchu. Una volta ridiscesi siamo andati a scoprire le rovine della città. Abbiamo gironzolato tra i vari edifici ascoltando le varie spiegazioni delle guide turistiche, tra guide spagnole, inglesi, francesi, tedesche ed italiane alla fine abbiamo avuto quasi tutte le informazioni utili. ;)
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Finito il giro della cittadella mi sono fermata di nuovo alla capanna del guardiano per ammirare nuovamente questa "nuova meraviglia del mondo", mentre Ste, voglioso di sport, é andato a vedere il ponte inca. Mi e stato difficile lasciare questo posto magico...é valsa proprio la pena venire fino a qui! ;)
Posted by Stefano - 25/04/2013
Il viaggio da Copacabana a Cusco é stato un vero e proprio calvario. Doveva essere un comodo viaggio notturno in un bus di prima classe ed invece ci siamo ritrovati su una carretta fatiscente: uno dei peggiori bus sul quale abbiamo viaggiato in Sudamerica! Fortunatamente siamo riusciti, dopo l’intervento della Polizia, a farci rimborsare almeno la differenza del biglietto, anche se resta l’amarezza per non aver potuto approfittare dei sedili extra large e extra comodi per quello che sicuramente é stato il nostro ultimo viaggio notturno in bus di quest’avventura sudamericana.
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Viaggio a parte Cusco é una bella cittadina dell’altipiano peruviano circondata da una moltitudine di siti archeologici. Cusco é inoltre il punto di partenza per visitare il Machu Picchu (ma questa é un’altra storia che vi racconterà Patrizia) ed un ottima zona di volo! Qui le condizioni sono spesso “atomiche”, soprattutto in luglio-agosto, quando le ascendenze possono raggiungere i 12 m/s e la base cumulo si situa a più di 6000m! Noi abbiamo dedicato due giornate al volo in parapendio. Durante la prima la moltitudine di nuvole che coprivano il sole ci ha impedito di fare un grande volo di distanza, la secondo invece era una di quelle giornate spettacolari: poche nuvolette, vento leggero e ottime termiche.
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L’idea era rientrare a Cusco volando (il decollo si trova ad una 20ina di km a nord-ovest della città), sorvolando anche diversi siti Inca, ma le turbolenze incontrate durante il volo hanno giocato a nostro sfavore: la mia coraggiosa passeggera dopo una buona oretta di sballottamenti non ne poteva più! Abbiamo dunque rinunciato all’idea di raggiungere Cusco e siamo ripartiti verso il decollo facendo una bella planata tranquilla. Abbiamo comunque percorso 20 buoni chilometri, raggiunto quote “stratosferiche” (5125m) e sorvolato le rovine Inca di Chinchero: grazie Patty per aver tenuto duro!
Posted by Stefano - 21/04/2013
Copacabana é ad un tiro di scoppio da Puno, tre orette di bus e si é di nuovo in Bolivia. E così eccoci di nuovo in quello che é stato il nostro primo paese in America del sud, dove ben 5 mesi fa iniziava la nostra magica avventura! Proprio per la sua vicinanza al Perù avevamo deciso di lasciare Copacabana e il lago Titicaca per la fine del viaggio. Rispetto a Puno Copacabana é molto più piccola, un vero e proprio villaggio in riva al lago: proprio un bel posto per trascorrere un paio di giorni in tranquillità. Copacabana é affiancata da due colline. La prima, chiamata Cerro Calvario, si affaccia direttamente sul lago ed é il luogo ideale per ammirare il sole tramontare, nonostante raggiungere la sua sommità sia un vero e proprio calvario (da cui il nome) a causa della mancanza di ossigeno. L’altra montagna, chiamata Cerro Ceroka, si situa appena dietro Copacabana, offre un ottima vista del paese e del lago ed é anche un sito di volo di parapendio. Noi ci abbiamo provato a volare col nostro biposto, ma il vento in vetta era decisamente troppo forte per noi, dunque dopo aver atteso invano un’ora abbondante che Eolo si calmasse siamo stati costretti a scendere nuovamente in taxi.
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Nelle vicinanze di Copacabana si trova anche l’Isola del Sole, al centro di diverse leggende inca. Ne abbiamo approfittato per fare un po’ di trekking sull’isola. La camminata di ~12 km, in un sali e scendi particolarmente stancante, ci ha offerto magnifici panorami. Difficile credere, in alcuni momenti, che non ci trovassimo al mare in Grecia o in Croazia, anche se la prova dell’acqua (8°C!) ci riportava in fretta alla realtà dei quasi 4000m sul livello del mare!
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Posted by Patrizia - 18/04/2013
Da Chivay ritorniamo ad Arequipa dove passiamo solo la notte prima di prendere un bus per Puno, la città più alta del Perù con i suoi 3810 msm. Per fortuna nelle 7 ore di viaggio la strada sale lentamente i 1600m di dislivello permettendoci di non soffrire troppo il soroche.
Una volta sul posto ci organizziamo un po’ e decidiamo di prendere un tour organizzato (che a noi piacciono tanto...) per visitare in due giorni alcune isole del lago Titicaca (Uros, Amantani e Taquile).
Le isole galleggianti degli Uros sono isole artificiale costruite con una base di terriccio con radici di totora (una pianta acquatica del lago) e ricoperte dalla pianta stessa secca. Anche le case e le imbarcazioni sono fatte dalle stesso materiale. Queste isole resistono solo 25 anni, dopodiché gli abitanti sono costretti a costruirne una nuova. Ci sono più di 20 isole, abitate da tre o più famiglie (fino ad un massimo di dieci).
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L'isola di Amantaní invece é abitata da circa 800 famiglie ripartite nelle otto comunità. Una volta arrivati ci hanno presentato Valentina, la signora che ci ha dato vitto e alloggio, che ci ha subito portato a casa sua offrendoci una buona zuppa di Quinoa e verdure con come secondo patate e formaggio. Nel pomeriggio siamo saliti sulla montagna più alta dell'isola, dove é presente un tempio dedicato a Pachamama. Avremmo dovuto ammirare il tramonto ma alla fine abbiamo solo potuto vedere in lontananza lampi e udire i tuoni.
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Il secondo giorno ci siamo spostati sull'isola di Taquile. Abbiamo attraversato l'isola, più piccola della precedente, passeggiando. Abbiamo così visto la piazza principale, delle rovine inca e dei bei panorami del lago Titicaca. Dopo un buon pranzo con una trota alla griglia siamo ritornati sulla terra ferma.
Proprio 2 bei giorno :-)
Posted by Stefano - 15/04/2013
Arriviamo ad Arequipa dopo quello che potrebbe essere il nostro ultimo viaggio notturno in bus. Arequipa é la seconda più grande città del Perù. I suoi 2300 metri sul livello del mare ne fanno una buona tappa per cominciare ad acclimatarsi alla mancanza d’ossigeno che ritroveremo sull’Altipiano (Chivay e Puno, prossime tappe del viaggio, sono rispettivamente a 3700 e 3900m d’altezza). Oltre ai soliti due passi in centro visitiamo il monastero di Santa Catalina, una vera e propria cittadella all’interno della città. Al giorno d’oggi le monache vivono in un nuovo edificio, dunque la maggior parte delle costruzioni antiche sono visitabili. Fortunatamente esistono delle vere e proprie “vie” per orientarsi all’interno della cittadella, perché il sito é talmente grande che qualcuno con poco senso d’orientamento potrebbe perdersi facilmente. :P
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Un giorno e mezzo in una città come Arequipa é fin troppo per noi, decidiamo dunque d’anticipare la partenza per Chivay, la “porta d’ingresso” al Cañon del Colca. Raggiungere questa cittadina non é stato facile visto che i collegamenti con i mezzi pubblici in questo settore fanno un po’ desiderare. I pochi bus che circolano fra Arequipa e Chivay sono tutti pieni...ci salva ancora il solito “taxi colectivo” che ci porta a destinazione in tempo per poter approfittare anche delle terme a cielo aperto che si trovano nella zona.
Il giorno seguente vogliamo visitare il famoso Cañon del Colca e il problema dei trasporti si ripete, soprattutto perché non vogliamo unirci ai soliti tour turistici per avere un po’ più di flessibilità. Siamo così “costretti” a prendere il bus delle 4 della mattina per raggiungere la Cruz del Condor, un punto panoramico dove con un po’ di fortuna é possibile vedere questo enorme uccello volare. Arriviamo al mirador appena prima dell’alba. Siamo proprio in pochi a scendere, solo 6 persone, tanto meglio, rimpiangeremo la tranquillità e pace del canyon fra un paio d’ore, quando un buon centinaio di rumorosi turisti sbarcheranno per vedere il condor volare. Siamo felici di veder sorgere il sole, non tanto per la luce ma piuttosto per il suo calore: qui a 3800m fa freschino la notte!
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Non appena le pareti del canyon cominciano ad essere illuminate dal sole sbuca il primo condor. Poco dopo spunta il secondo, poi il terzo e nel giro di qualche minuto cinque condor termicano nelle prime deboli correnti ascensionali. Peccato che il loro obiettivo fosse solo appollaiarsi nella parete rocciosa esposta al sole...non siamo gli unici che apprezzano il calore del sole. Si rimetteranno in volo solo molto più tardi, per la gioia dei numerosi turisti.
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La parte più bella del canyon non é però questa, o almeno non secondo noi. Nella parte più bassa e larga della canyon una moltitudine di terrazzi verdi in stile inca rendono il paesaggio decisamente più spettacolare e caratteristico. Bello camminare lungo la strada ammirando il panorama! Di ritorno a Chivay ci rendiamo al mercato locale dove assaggiamo la carne di alpaca: particolare. Adesso ci manca solo la carne del porcellino d’India. :P
Posted by Stefano - 12/04/2013
Famose in tutto il mondo, le Linee di Nazca sono geoglifi (linee tracciate sul terreno) presenti nel deserto di Nazca. Le linee sono tutt’altro che casuali e formano, oltre a forme geometriche ben precise, disegni stilizzati di animali comuni della zona. Molti studiosi hanno passato la vita cercando di dare un senso a queste linee. Diverse teorie sono state esposte, alcune più fantasiose di altre (qualcuno pensa siano opera degli alieni), ma bisogna ammettere che le linee restano (e probabilmente resteranno) un mistero. Il miglior modo per vedere le linee é ovviamente dal cielo. Questa volta siamo però costretti a lasciare il parapendio nella sacca e affidarci ad una delle numerose micro compagnie aeree che offrono voli turistici sopra le linee. Riserviamo un volo nel pomeriggio, in modo da evitare le ore turbolente del mezzogiorno. Una volta arrivati all’aerodromo scopriamo però che a causa del forte vento tutti i voli sono stati sospesi...cavolaccio! Non demordiamo e cominciamo ad aspettare. Pian piano subentra il pessimismo: diversi gruppi di persone se ne vanno e alcuni aerei lasciano la zona d’imbarco per tornare negli hangar, ma la nostra compagnia ci propone d’aspettare ancora un po’. Arriva però la mazzata finale: aeroporto chiuso definitivamente per la giornata...il vento pare non cessare di soffiare, sollevando troppa sabbia per garantire la sicurezza del volo. Praticamente tutti gli audaci che ancora ci credevano gettano la spugna e se ne vanno...anche noi iniziamo le pratiche per ottenere il rimborso. Poi un mezzo miracolo: dalle radio degli operatori dell’aerodromo sento voci che annunciano che il vento é cessato d’un colpo e all’improvviso cominciamo a vedere gente correre qua e là: hanno riaperto l’aerodromo (ma non era chiuso definitivamente???)! Siamo proprio in pochi a essere rimasti, le compagnie si coordinano e raggruppano i passeggeri, riusciamo a formare un gruppo e via, siamo già pronti a decollare.
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Il volo ci permette d’ammirare diverse figure fra cui la balena, la scimmia, il ragno e il colibrì. Fra strano dirsi che quei disegni sono stati fatti un sacco d'anni fa e che tutt’ora sono ben visibili! Atterriamo soddisfatti dopo 35 minuti di volo relativamente tranquillo: ci siamo imbattuti solo in qualche vuoto d’aria stile montagne russe...niente di eccessivamente preoccupante. ;)
Posted by Stefano - 11/04/2013
La costa peruviana é desertica, magari non come la parte nord del Cile, dove c’é il deserto di Atacama che abbiamo visitato all’inizio del nostro viaggio, ma resta comunque particolarmente secca. Paracas si trova proprio nel mezzo di un bel deserto rossastro che giunge fino al mare. Da diversi anni l’intera zona é protetta e diverse specie d’uccelli e animali vivono qui. Classicamente si visita il parco con un tour organizzato, noi però abbiamo approfittato dei bellissimi paesaggi nel modo che ci piace di più: volando. Esiste infatti un luogo all’interno del parco nazionale dove é possibile volare in parapendio. É stato un volo “strano”, con un decollo un po’ “movimentato” sulla sabbia a causa del vento forte (vi risparmiamo i dettagli...) ma alla fine abbiamo potuto approfittare del paesaggio per una buona mezz’oretta prima di decidere d’atterrare sulla spiaggia sottostante per regioni di sicurezza (vento troooopo forte). Siamo anche passati a vedere quella che un tempo era “La Catedral”, una formazione rocciosa con archi e grotte la cui volta é però crollata durante il forte terremoto del 2007. Bella lo stesso.
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Nel pomeriggio ci siamo invece spostati a Huacachina, un’oasi nel deserto. Impressionante vedere questa laguna circondata da palme e da dune altissime. Ovviamente non c’erano solo palme e sabbia, un vero e proprio villaggio si é sviluppato attorno allo specchio d’acqua verdastra. Inutile menzionare che il tutto é puramente turistico, però vabbé, vale la pena passarci un pomeriggio, giusto per fare due passi sulle dune e vedere il tramonto.
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